La Clé – Lei suona – Videoclip Ufficiale



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LEI SUONA – La Clé

La direzione è quella giusta, non chiederti il perché ci han fatto ben sperare e ora ci portan nel privè,
se per volare non c’è un altro modo che pagare, ci dicano l’importo… volevamo solo naufragare!

La condizione del non esser stati mai appagati va oltre ogni conquista da tombeur de femmes datati,
un giro in moto bambolina ti farò toccare il cielo, con la tua mano in tasca mi dirai: è amore vero!

E intanto la mia donna suona (suona)
Con un mio amico si consola (suona)
A centoventi colpi all’ora (suona)
Perché sbagliando si migliora (suona)
X2

Che poi se morto un Papa se ne fa subito un altro, allora tanto vale che si rischi il contrappasso,
ma è il chiudere una porta che richiede un gran coraggio… Gioielli, fiori e cene fuori, io sì, io chiudo un occhio!

E intanto la mia donna suona (suona)
Con un mio amico si consola (suona)
A centoventi colpi all’ora (suona)
Perché sbagliando si migliora (suona)
X2

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Un po’ pop e un po’ porno, le canzoni dei La Clé girano intorno alle relazioni con l’altro, ai problemi di coppia – ma in fondo con se stessi – per raccontarli senza giri di parole, con la potenza delle allusioni e delle metafore, allegre e sfacciate, facendo così emergere limiti e pulsioni emozionali in cui tutti in fondo si riconoscono.
“Lei suona” canta la storia di una coppia come tante altre, sposati da anni, con un piccolo grande problema: Lei ha scelto il Lui sbagliato. Probabilmente Lui non lo è sempre stato. Forse lo è diventato nel corso degli anni di vita coniugale abitudinaria. Lui sceglie la via più facile per risolvere i problemi di coppia. Non li risolve, fugge via, e butta i soldi con le prostitute. Si rende conto di sbagliare, ma non resiste al fascino di sentirsi irresistibile agli occhi di una donna che fondamentalmente guarda solo al suo portafoglio, senza altre pretese di responsabilità. Lei, stanca e consapevole, lo tradisce con un amico di Lui. Il classico triangolo, no? Lui reagisce alla grande: non reagisce, o almeno finge di cercare un dialogo, proprio quando lei non lo ascolta, intenta nel suo “suonare” altrove e distante da Lui. Alla storia non c’è lieto fine. Tuttavia un barlume c’è, una superficiale intuizione di cinica felicità, nel continuare entrambi a fingere per vivere felici insieme, suonando ognuno il proprio “assolo”, godendo sulla propria strada buttando soldi o sul proprio divano di casa in attesa che arrivi qualcun’altro.

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La Clé presenta “Lei Suona”, un videoclip di Rachele Cespi e Francesca Ciavarella, prodotto da La Clé, tratto dall’EP “L’amore è eterno finchè dura” con Pasquale Apicella, Nicola Serrani, Michele Bellini, Enrico Biagetti.

Regia, Sceneggiatura, Animazione, Montaggio: Rachele Cespi e Francesca Ciavarella.

Tecnica: girato + stop-motion (passo a uno)

Data di uscita: 15 Gennaio 2015, in esclusiva su www.lamusicarock.com

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Rachele Cespi e Francesca Ciavarella:

Rachele è una brillante designer di sex-toys. Scopre la passione per l’illustrazione disegnando i manuali di istruzione per le sue creazioni, passando così i migliori anni dedicandosi all’illustrazione e alla grafica frequentando l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Francesca, giovanissima promessa del curling a livello internazionale, a seguito di un incidente abbandona la carriera agonistica. Comincia così a vagare fra Ascoli Piceno e Macerata alla ricerca di se stessa, gettandosi a capofitto prima sullo studio del disegno industriale, poi della fotografia, la grafica e l’illustrazione. Alcuni suoi scatti finiscono addirittura sulla rivista PhotoVogue.

Riviste patinate alla mano, forbici e quelle donnine nude accuratamente selezionate dal web, Rachele e Francesca cominciano a tirar fuori i soggetti che, inizialmente entusiasti di aver preso vita, si sono ritrovati vittime di questo perverso disegno.
3272 fotogrammi vengono scattati, ma con estrema professionalità: la fotocamera attaccata al cavalletto legato orizzontalmente in cima ad una scala sgangherata con un nastrino da regalo. Francesca inerpicata lassù a scattare, Rachele per terra in ginocchio a muovere i collage sulle scenografie. Il tutto su un tavolino illuminato dalla abat-jour ed in compagnia costante dell’equilibrio precario, lo stesso che ha accompagnato le schede grafiche e le RAM dei computer durante le renderizzazioni e le esportazioni del montaggio del video.

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